I due dadi

due dadi

Se lanciate due comuni dadi a sei facce e sommate i risultati, qual è il numero che otterrete con maggiore probabilità? Questa è la domanda con cui esordisce I due dadi, uno dei racconti presenti nella raccolta Dodici storie fantastiche. Enigmi e avventure per piccoli matematici (2022), di cui sono autrice insieme ad Antonella Perucca.

Grazie all’intraprendenza di alcune insegnanti, qualche giorno fa ho avuto la possibilità di svolgere un nuovo laboratorio di lettura in una scuola primaria. Stavolta, mi sono ritrovata in una terza, con circa un’ora e un quarto di tempo a disposizione. Per l’occasione, ho presentato due racconti. Il primo è stato In viaggio con il cane, il gatto e il topolino, che avevo già utilizzato con successo in una seconda elementare. Il secondo, invece, è stato proprio il racconto di cui sopra, I due dadi.

Ho proposto questa storia in quanto è incentrata sul concetto di probabilità. Un tema che, come mi aveva spiegato l’insegnante la prima volta in cui ci siamo incontrate, la classe affronterà presto nell’ambito del programma scolastico. Per questo, ci è sembrato che il racconto potesse fungere quasi da “introduzione ludica” all’argomento.

Come accade per tutti gli enigmi e i problemi raccontati in Dodici storie fatastiche, la storia viene introdotta da una domanda. Che è la stessa con cui ho aperto questo post: qual è il numero che è più probabile ottenere lanciando due dadi e sommandone i risultati?

Due bambini, Edo ed Elena, stanno studiando per una verifica di matematica. Mentre si lamentano per i tanti argomenti in programma, lo gnomo-mascotte del loro sussidiario scompare improvvisamente dalle pagine del libro. Per riapparire, in carne e ossa, sul tavolo, proprio davanti ai loro occhi. Lo gnomo, Max, sostiene di conoscere una tecnica di studio rapida e infallibile, che consentirebbe ai bambini di apprendere i vari argomenti alla prima lettura. E promette di rivelarla a Edo ed Elena, se questi ultimi lo batteranno in un gioco scelto da lui.

Di quale gioco si tratta? Con uno schiocco di dita, Max fa comparire sul tavolo un tabellone pieno di caselle, come un enorme Gioco dell’oca. E, insieme al tabellone, appaiono anche due dadi a sei facce e due pedine, una per lui e una per i bambini. Max posiziona la sua pedina su una casella, al centro del tabellone. E invita i bambini a scegliere a quante caselle di distanza dalla sua pedina posizionare la loro. Dopodiché, i bimbi dovranno lanciare i dadi e, se la somma dei numeri che verrà fuori corrisponderà al numero di caselle che separa la loro pedina da quella dello gnomo, avranno vinto. Chiaramente, per riuscire i bimbi hanno bisogno di un pizzico di fortuna. E tuttavia, avrebbero maggiori chance di vittoria se scegliessero il numero che è più probabile ottenere lanciando due dadi e sommandone i risultati…

Ho introdotto il racconto chiedendo ai bambini quali sono il numero più piccolo e il numero più grande che potrebbero venire fuori dalla somma dei risultati di due normali dadi a sei facce. Poi, ho domandato loro se sapevano cosa significa “probabilità”. Solo dopo essere arrivati insieme a una definizione accettabile, ho letto loro la domanda introduttiva del racconto. Quindi, quando mi è parso che il senso e i termini del problema fossero chiari a tutti, ho proposto il racconto vero e proprio.

Per rendere la lettura più accessibile e divertente, ho mostrato ai bimbi il tabellone di un gioco dell’oca, su sui era ritratto uno gnomo vestito proprio come Max: con il cappello rosso a punta, la giubba verde e una bella barba bianca. In aggiunta, ho portato con me due dadi e due pedine. In questo modo, sono riuscita a “illustrare” il problema e a farmi seguire dai bambini, che hanno risposto in modo positivo, attento e propositivo.

Devo dire che queste letture “pubbliche”, che all’inizio mi mettevano addosso un po’ di ansia e disagio, mi stanno dando molte più soddisfazioni di quanto potessi immaginare. E, cosa ancora più importante, mi ricordano perché mi piace così tanto scrivere, e perché, a dispetto di tutto, continuo a farlo.