Il ladro delle fiabe

il ladro delle fiabe

Da un giorno all’altro, tutti gli adulti nella vita di Viola sono diventati scontrosi e brontoloni: i genitori, la nonna, il signor Pietro e persino la maestra Maria! E, cosa ancora più strana, sembrano avere completamente dimenticato le fiabe, tanto da non riuscire più a raccontarle…
Aiutata da Leo e Milla, i suoi inseparabili amici, Viola cercherà di svelare il mistero. E, grazie ad un libro magico, verrà catapultata nel mondo incantato di Fabula, alle prese con fatine, principi e lupi smemorati e con una preziosa biblioteca da salvare.

Ecco i primi due capitoli de Il ladro delle fiabe (2021), per darvi un’idea dei contenuti, disponibile in ebook e cartaceo su Amazon. Buona lettura!

1 La fiaba interrotta

Ogni sera, quando arriva il momento di andare a dormire, Viola – otto anni appena compiuti, occhi chiari e lunghi riccioli scuri – si accoccola al calduccio tra le coperte insieme al suo inseparabile coniglietto Freddie e attende che la mamma o il papà le raccontino una fiaba. Dopo l’immancabile “e vissero felici e contenti”, i genitori le schioccano un bel bacio in fronte e le danno la buonanotte, per poi spegnere l’abat-jour a forma di luna e uscire dalla stanza.
Ieri sera però è capitata una cosa molto strana, che ha sconvolto Viola. La mamma le stava raccontando la storia di Giacomino e della gigantesca pianta di fagioli. Tutto sembrava procedere come al solito: la mucca venduta in cambio di sette fagioli, la madre di Giacomino che si arrabbia e getta i fagioli dalla finestra, la pianta gigante che cresce fino al cielo, il castello dell’orco nascosto tra le nuvole, Giacomino che corre via di volata dopo essersi riempito le tasche di monete d’oro…
Ma, proprio mentre Giacomino scivolava svelto lungo il fusto della pianta, diretto a casa, la mamma di Viola ha interrotto il racconto. La bambina all’inizio non ci ha fatto caso, pensando fosse solo una piccola pausa. Poi però si è insospettita, perché questa pausa durava troppo a lungo e perché la mamma aveva assunto un’espressione inconsueta, corrucciata, come se qualcosa non andasse.
– E poi? – ha mormorato Viola, per incoraggiarla a riprendere il filo della storia.
– E poi… e poi… e poi Giacomino portò i soldi alla mamma e da quel momento vissero tutti ricchi, felici e contenti. – ha tagliato corto la mamma, insolitamente brusca, alzandosi di scatto e sfiorando appena con le labbra le guance rosee di Viola.
– No, mamma! – ha protestato con decisione la bambina, vedendo che spegneva la lucina e andava via. – C’è ancora la parte della gallina… e dopo c’è la parte dell’arpa che guarisce tutte le malattie… Dove vai? Finisci la storia! –
La mamma ha scosso il capo, irremovibile.
– La storia finisce così, tesoro. Ora a nanna, senza capricci! – l’ha ammonita con fermezza. – Buonanotte! – ha aggiunto sbrigativa, uscendo dalla stanza.
– Ma la storia non finisce così! – ha borbottato Viola, confusa e risentita.
È rimasta seduta per un po’ sul suo lettino, incredula, e ha continuato a ripercorrere mentalmente la scena per capire dov’è che la normalità si è inceppata.
Cosa può essere successo? La mamma non si è mai comportata così, non è proprio da lei! Hanno raccontato la storia di Giacomino migliaia di volte, la conoscono a menadito, piace a tutta la famiglia…
Affranta, la bambina ha stretto forte a sé il suo coniglietto di peluche e ha affondato la testolina nel cuscino, sentendosi vittima di una terribile ingiustizia.

2 Brutte sorprese!

Il mattino seguente, appena arrivata a scuola, Viola racconta l’incidente della sera prima ai suoi migliori amici, Leo e Milla. I due bambini la ascoltano con molto interesse e con un po’ di preoccupazione.
– Che strano! Anche il mio papà ieri sera si comportava in modo… diverso… – commenta Milla rattristata. – Invece di leggermi la storia di Cappuccetto Rosso, come gli avevo chiesto, mi ha detto che sono diventata troppo grande per queste sciocchezze… –
– Io, invece, – aggiunge Leo sottovoce, come se confidasse un segreto di capitale importanza – ieri sera volevo leggere Pinocchio, ma quando ho preso il libro, mi sono accorto che c’erano tante pagine bianche… Capite… pagine completamente vuote… ma prima erano scritte! Davvero, l’ho letto altre volte, lo so: le pagine prima erano scritte, non vuote! –
– Cosa?!? – le bambine strabuzzano gli occhi.
Passino i comportamenti strampalati di madri e padri, ma che le pagine di un libro possano, da un giorno all’altro, perdere le lettere e diventare bianche… bè, questo è davvero preoccupante!
– Credetemi, giuro! Le parole non c’erano più… solo pagine bianche… – ribadisce il bambino, con un’espressione grave dipinta in volto.
– Lo hai detto alla mamma? – lo incalza Viola, allarmata.
Leo annuisce, malinconico.
– Non mi è stata molto utile: mi ha detto di non fare storie e che era ora di andare a dormire… non ha nemmeno guardato il libro! – risponde in tono risentito.
– C’è qualcosa che non va nei nostri genitori… non trovate? – sospira Milla dopo qualche istante di silenzio, guardando dritto negli occhi i suoi amici.
I tre bambini annuiscono. Chissà che cosa sarà successo ai loro genitori… Forse ieri sera erano stanchi, lavorano sempre così tanto…
Ma proprio tutti stanchi, tutti quanti nello stesso momento? E cosa dire del libro di Leo?
In classe, la maestra Maria li fa esercitare ancora una volta sulle “e” con e senza accento e sulle “a” con e senza h. Anche lei, notano i bambini, ha qualcosa di strano, oggi, qualcosa di… diverso.
Di solito è disponibile, pronta a rassicurarli con un sorriso o con una parola gentile, a rivolgere loro uno sguardo incoraggiante. Oggi invece non sorride e non annuisce. I lineamenti del suo viso sono come induriti e la sua voce non è calma e melodiosa, ma un po’ stridula. Sembra molto irritata, come se trascorrere quella mattinata in classe con i suoi alunni la infastidisse, come se desiderasse con tutto il cuore essere altrove.
– Maestra! – esclama ad un tratto Milla, dopo aver tenuto la mano alzata per un bel po’, senza che l’insegnante se ne accorgesse.
E se invece avesse fatto finta di non accorgersene?
– Che c’è, Camilla? – è la risposta un po’ seccata, accompagnata da un sospiro.
– Quando andiamo in biblioteca? – chiede la bambina intimidita. – Oggi è venerdì… –
– Lo so anche io che oggi è venerdì. – ribatte asciutta l’insegnante. – Sentiamo: perché mai dovremmo andare in biblioteca? –
– Perché lo facciamo tutti i venerdì… – suggerisce timidamente Mattia, seduto al primo banco.
– Bè, oggi no. – è la risposta irritata e perentoria della maestra. – Continuate a lavorare! –
Un mormorio di delusione si diffonde tra i banchi: la visita del venerdì mattina alla biblioteca, con la possibilità di prendere in prestito dei libri, è per loro una piacevole consuetudine. Conoscono tutti la bibliotecaria, la signora Lilia, sempre sorridente e pronta ad elargire consigli di lettura, e la adorano.
Ancora più infastidita, la maestra intima alla classe di fare silenzio.
– Concentratevi sui vostri esercizi! – conclude minacciosa – Alla fine della lezione li controllerò e vi darò un voto! –

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