Emi e Mimi. Storia di un’amicizia magica

emi e mimi

Emilia ha otto anni e sta affrontando un periodo di grandi cambiamenti. Si è da poco trasferita con la sua famiglia in una nuova città, ma sente una fortissima nostalgia del passato e fa molta fatica ad accettare le novità e a fare amicizia con i nuovi compagni di scuola. Per di più, le sembra che, nell’appartamento in cui vive ora, accadano cose sempre più bizzarre. Alcuni oggetti svaniscono nel nulla, la dispensa si riempie continuamente di briciole e sui suoi disegni fa la sua comparsa un luminoso e misterioso inchiostro dorato. Com’è possibile? Cosa sta succedendo? E se nella loro casa vivesse anche qualcun altro?
Emi e Mimi racconta una storia di amicizia e magia, dedicata a tutti i bambini e a tutte le famiglie, ed è disponibile in edizione tascabile e in ebook in tutti gli store Amazon.

Qui di seguito trovate il prologo della storia. Buona lettura!

Prologo

– No, no, no… così è davvero troppo! – gridò Mimi allarmata.

Con i grandi occhi verdi spalancati osservava le piantine dell’orto, germogliate da qualche giorno appena, che crescevano ora a un ritmo forsennato. Di secondo in secondo, si facevano sempre più alte e più robuste. I teneri germogli di pochi istanti prima erano già un lontanissimo ricordo.

– Accipicchia, così capiranno subito che ho usato la magia… – mormorò ancora Mimi, tutta agitata, scuotendo il capo.

Era chiaro che aveva sbagliato qualcosa nella preparazione della sua nuovissima pozione Cresci-in-fretta. Ma cosa? Aveva forse esagerato con le foglie di salvia e di eucalipto? O aveva aggiunto troppi petali di calendula? E se, invece, avesse pesato male la polvere di ametista?

Assorta in questi pensieri, in un primo momento Mimi non si accorse che le piante, ora cresciute così tanto da sembrare adulte, cominciavano a perdere le foglie, mentre il marrone dei loro tronchi e dei loro rami si faceva sempre più smorto.

Una foglia ingiallita cadde ai piedi di Mimi, spingendola ad alzare di nuovo lo sguardo. E…

– Oh no, no, questo no, no! – gridò, raggelata.

Non era possibile che stesse accadendo davvero! I germogli dell’orto erano cresciuti così tanto e così in fretta da essere passati, in poco tempo, dallo stadio di alberi alti e rigogliosi a quello di tronchi spogli e rinsecchiti. In una manciata di secondi, sembrava che avessero esaurito tutto il loro ciclo vitale.

Mimi osservava immobile la devastazione che la sua pozione stava causando all’orto magico, mordendosi le labbra, mentre mille pensieri disordinati le frullavano nella mente. Ben presto, le altre fate della Valle si sarebbero accorte del pasticcio che aveva combinato… doveva trovare una soluzione, e doveva trovarla molto in fretta!

Con un frullio di ali, si allontanò rapida dall’orto, diretta alla sua casa, una piccola abitazione ricavata nel tronco di un ciliegio. Entrò all’interno attraverso una finestrella aperta e, tutta in agitazione, atterrò sul pavimento del suo laboratorio. Nella stanza regnava un gran disordine: i libri di pozioni e di alchimia erano ancora ammonticchiati sul tavolo, accanto al pestello, al mortaio e all’alambicco che, appena poche ore prima, aveva usato per realizzare la pozione Cresci-in-fretta.

Con le mani che le tremavano, Mimi cominciò a sfogliare i grossi volumi, alla ricerca di una soluzione per rivitalizzare l’orto prima che le altre fate si accorgessero del danno che aveva provocato.

– Deve pur esserci un modo… – mormorava, passando da una pagina all’altra e cercando di darsi coraggio. – Deve esserci per forza! Altrimenti… –

Il suo viso si rabbuiò. Altrimenti avrebbe dovuto confessare quello che aveva fatto. Aveva seccato l’orto magico, di cui era stata da poco nominata custode. Il preziosissimo orto in cui si coltivano gli esemplari di tutte le piante e di tutti i fiori che esistono della Valle.

L’orto andava ripristinato in fretta. In caso contrario, tutta la vegetazione della Valle avrebbe iniziato a seccarsi. E, a quel punto, il guaio che Mimi aveva combinato sarebbe stato visibile a ogni essere vivente. Comprese le fate anziane, che l’avrebbero di certo convocata e punita.

– No, non posso permetterlo. Sarebbe un’umiliazione troppo grande… devo sbrigarmi a trovare una soluzione! – esclamò, risoluta, continuando a voltare le pagine.

Finché…

– Pozione Risolvi-Problemi… – lesse ad alta voce. – Permette di recuperare una situazione compromessa, ristabilendo lo stato di armonia precedente alla crisi. –

Il volto di Mimi si illuminò.

– È proprio quello che mi serve! – commentò, sollevata. – Bene, vediamo quali sono gli ingredienti. Ah sì, acqua di fonte pura e polvere dorata. Perfetto, di queste ne ho in abbondanza. – esclamò trionfante. – E poi… – si fermò di colpo, strabuzzando gli occhi, incredula. – Ma no, non è possibile… – mormorò, facendosi pallida. – Un pugno di cenere del Fuoco magico?! Ma non è possibile, non è consentito… –

Mimi sospirò, sconsolata. Sapeva bene che alle fate era severamente proibito avvicinarsi al Fuoco magico, che ardeva da sempre nella Torre della Vita, custodito giorno e notte dalle fate guardiane. Il fuoco eterno, da cui dipendeva l’esistenza stessa della Valle e delle sue creature: come avrebbe potuto procurarsi anche solo un pugnetto di cenere?

– Impossibile, nessuno può avvicinarsi alla Torre senza essere visto, figuriamoci entrare e arrivare fino al fuoco! E poi, se mi scoprissero… – si fermò, rabbrividendo. In quel caso, la punizione sarebbe stata ancora più severa di quella che le avrebbero comminato per la devastazione dell’orto magico.

Mimi scosse il capo, abbattuta: la situazione sembrava davvero disperata. Si sedette sul pavimento, la fronte appoggiata sulle ginocchia, gli occhi chiusi. Molto presto, il guaio che aveva combinato all’orto magico sarebbe stato scoperto e…

– Che umiliazione… – mormorò, desolata. – Tutti sapranno quanto sono stata maldestra, tutti rideranno di me. E il Consiglio delle fate anziane mi darà una punizione esemplare. –

Scosse di nuovo la testa. Aveva sempre avuto a cuore la sua reputazione. Le piaceva essere considerata una fatina in gamba, capace di cavarsela in ogni situazione. Le piaceva anche ricevere lodi. Non era forse per questo che aveva pensato di sperimentare la sua nuova pozione Cresci-in-fretta sull’orto magico? Non voleva forse essere ammirata per la sua intelligenza?

– Non può finire così… – borbottò, stringendo i pugni. – Forza Mimi, non è da te abbatterti! – si spronò, rialzandosi in piedi e tornando a guardare il grande libro aperto.

– Se c’è bisogno di un pugno di cenere del fuoco magico, riuscirò a procurarmelo! –

Determinata a impossessarsi della preziosa cenere, Mimi ricominciò a consultare i suoi libri. Come entrare e uscire dalla Torre della Vita senza essere vista? Oh, se solo avesse potuto rendersi invisibile… sarebbe volata in cima alla Torre e, in men che non si dica, avrebbe preso il pugnetto di cenere che le serviva, per poi fuggire via, rapida come il vento. Ma la Torre era protetta da sortilegi che annullavano qualsiasi incantesimo di invisibilità. Bisognava trovare un altro modo…

– Se solo le fate guardiane si distraessero per qualche minuto… Non ci vuole molto tempo, a prendere un pugno di cenere – rimuginava.

Dopo qualche istante, il suo viso si illuminò. Con un gesto veloce, prese un altro librone dalla pila che troneggiava sul tavolo e cominciò a sfogliarlo.

– Un bel diversivo, ecco cosa ci vuole! – esclamò con piglio deciso.

E, con un sorriso furbetto stampato sulle labbra, si fermò a leggere con attenzione una pagina del libro. In cima c’era scritto Incantesimi di acqua e, a seguire, c’erano formule per far piovere, per far straripare un fiume, per innaffiare un orto, e così via.

– Creerò un bel diversivo umido – mormorò Mimi soddisfatta. – Le fate guardiane dovranno per forza lasciare i propri posti per proteggere il fuoco dall’acqua e io ne approfitterò per andare a prendere la cenere. È un piano perfetto, so che funzionerà! –

Con queste parole, chiuse il libro e, dopo aver tirato un respiro profondo, esclamò:

– E ora a noi due, Torre della Vita! – E volò via, decisa a mettere in atto il suo piano.