Un robot per amico: i Lovot e gli altri prototipi del Miraikan

Miraikan
Un Lovot

Vi piacerebbe avere in casa un robot da compagnia? Un piccolo automa che corra verso di voi quando lo chiamate e che vi rivolga grandi occhi dolci quando siete giù di morale? Ebbene, un giorno non lontano questo desiderio potrebbe diventare realtà. Lo abbiamo toccato con mano (in senso letterale!) durante la nostra visita al Miraikan. Il Museo Nazionale della Scienza Emergente e dell’Innovazione, situato sull’isola di Odaiba, a Tokyo.

Il Miraikan è raggiungibile con la linea interamente automatizzata Yurikamome, che attraversa la baia della capitale giapponese. Ed è un autentico scrigno di informazioni, idee e soluzioni per il futuro.

Le tre ore abbondanti in cui siamo rimasti al museo sono state, con il senno di poi, insufficienti a vedere e apprezzare tutto, tanta è la ricchezza di temi e spazi espositivi, di cui si può fruire in modo più o meno approfondito. Per quanto ci riguarda, abbiamo visitato per bene il terzo piano del Museo (Create your future) e, più superficialmente, il quinto (Explore the frontiers).

Proprio all’inizio della nostra visita ci siamo ritrovati di fronte i prototipi di diverse tipologie di robot. E abbiamo avuto un assaggio di come potrebbe apparire, in futuro, la nostra convivenza con loro. All’interno dello spazio espositivo Hello! Robots (terzo piano), è infatti possibile interagire con dei robot sviluppati per convivere e comunicare, in modi diversi e peculiari, con le persone. Tra questi, abbiamo incontrato degli adorabili cagnolini, che non ci saremmo mai stancati di accarezzare. Di fronte alle coccole, i cani robot si comportavano come animali in carne ed ossa: scodinzolando, accovacciandosi e muovendo la testa.

Due graziosi cani robot: Mochikin e Kombu

Lasciati a malincuore i cani, siamo rimasti a lungo a contemplare e vezzeggiare una coppia di dolcissimi Lovot, dei robot definiti “da compagnia”. Pensati, cioè, per vivere con gli esseri umani e non farli sentire soli. Dotati di grandi occhi straordinariamene espressivi, pronti a voltarsi non appena venivano chiamati, i Lovot facevano davvero moltissima tenerezza. Io e le mie figlie saremmo rimaste a coccolarli tutta la giornata!

Ci siamo poi imbattuti in un morbido robot-foca realizzato a scopi terapeutici, per poter offrire conforto a chi si trova in luoghi in cui gli animali domestici non sono ammessi. Quali, ad esempio, cliniche e ospedali. E, infine, abbiamo interagito con Keparan, un buffo robot peloso che, a differenza degli altri, non eravamo autorizzati a toccare. Ma che era in grado di comunicare con noi, rispondendo in modo coerente a stimoli vocali e visivi.

Keparan

Chi, come me, è cresciuto tra gli anni Ottanta e Novanta, ha un’idea dei robot mutuata da cartoni animati e cinema. Che li hanno spesso dipinti o come minacce, o come aiutanti/protettori dell’umanità. Ebbene, visitando l’esposizione Hello!Robots ci si rende conto di quanto limitata e limitante sia una simile prospettiva. I prototipi di cui abbiamo fatto la conoscenza, infatti, sono stati tutti ideati per accompagnare le persone nella vita quotidiana, offrendo loro un sostegno emotivo e affettivo, più che pratico.

Passeggiando per Tokyo, è già possibile imbattersi in automi che interagiscono con le persone attraverso uno schermo: basti pensare, tra gli altri, all’assistente robot della stazione di Shimbashi, a cui è possibile chiedere informazioni sui treni. Tuttavia, i robot del Miraikan si collocano su un livello diverso, per molti versi “superiore”: non sono robot aiutanti, ma robot amici. Dispensatori di tenerezza, più che di soluzioni pratiche.

Questa visione del robot come amico è rafforzata da un gioco interattivo dedicato ai bambini, situato sempre al terzo piano del museo e a cui si partecipa prenotando il proprio slot su un apposito schermo. Il gioco si svolge con l’aiuto di un tablet, in uno spazio chiuso apposito, da cui (a meno di emergenze) si esce solo completando l’attività. Entrando, si viene catapultati in una città del futuro, Nanairo City, in cui i robot vivono con gli esseri umani e svolgono un ruolo attivo nella loro quotidianità. Gli esseri umani possono programmarli, attribuendo loro il carattere che desiderano, e danno loro un nome.

La nostra missione, che abbiamo completato in circa quaranta minuti, ci ha portato a muoverci da un punto all’altro della città, facendo la conoscenza di alcuni robot e dei loro proprietari.

Uno dei momenti della nostra missione all’interno di Nanairo City

La visita ai robot del Miraikan è stata molto apprezzata dalle nostre figlie: anzi, è stato uno dei momenti del nostro viaggio in Giappone che più hanno amato. Il Museo ha davvero molto altro da offrire, soprattutto se siete appassionati di scienza e tecnologia. Una delle mie sezioni preferite, ad esempio, è stata la riproduzione di una porzione della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. Situata all’interno dell’esposizione del quinto piano, presenta tante, interessanti informazioni sulla routine degli astronauti, dall’alimentazione all’igiene personale. E al negozio di souvenir del Museo è anche possibile acquistare delle porzioni di cibo spaziale…

Insomma, sia che viaggiate con figli al seguito, sia che viaggiate tra adulti, il Miraikan vale davvero una visita. Ed è piacevole anche il tragitto per raggiungerlo: in treno, attraverso la baia di Tokyo e il Rainbow Bridge, con la possibilità di ammirare la città da un punto di vista diverso.